1 maggio anddos

In Italia, il decreto legislativo del 9 luglio 2003, n. 216, (in attuazione della direttiva comunitaria 2000/78/CE sulle discriminazioni da orientamento sessuale nei luoghi di lavoro), ha individuato le fattispece di discriminazione nei luoghi di lavoro in base alla religione, alle convinzioni personali, agli handicap, all’eta’ e all’orientamento sessuale.

Nonostante si tratti dell’unica legge italiana contro le discriminazioni che contempli anche le casistiche legate all’omofobia, Il nostro Paese è ancora molto lontano, oggi, da quella maturità civile e sociale necessaria affinché ciascuno possa sentirsi libero o libera di vivere la propria identità liberamente in qualsiasi posto di lavoro. Inoltre, l’applicazione della normativa ai casi di transfobia rimane ancora affidata al giudice, non essendo esplicitamente menzionata l’identità di genere.

I casi di persone che tengono nascosto il proprio orientamento per motivi professionali e occupazionali, o che vengono discriminati per aver fatto coming out,  sono purtroppo ancora all’ordine del giorno.
Il primo maggio, festa di tutti i lavoratori e le lavoratrici deve significare anche questo: dare forza alla normativa a tutela dell’identità individuale sul lavoro e renderla sempre più efficace.

La redazione

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Fonte: ANDDOS