Anddos ritiene che sia in atto un’azione criminale e diffamatoria dei media verso le persone LGBTI e verso la realtà dei circoli ricreativi e dei locali, luoghi di divertimento, ritrovo e socializzazione che accolgono una stragrande maggioranza di persone, anche eterosessuali, che vivono una vita ordinaria al di fuori di ogni eccesso. Questi luoghi, restano strutture che si adoperano per contrastare i fenomeni di illegalità e i comportamenti sbagliati dei singoli che vengono alla luce, garantendo la possibilità di divertirsi in sicurezza ed esprimere liberamente la propria sessualità. Assistiamo a un’incredibile equiparazione tra realtà LGBTI e depravazione, degrado, abuso di droghe e violenza. Riteniamo che le responsabilità di questo massacro mediatico siano molteplici, in particolar modo di chi ha iniziato a parlare di “feste gay” in relazione al caso Varani.
Anddos, come già annunciato, agirà legalmente contro gli articoli apparsi sul “Il Messaggero”, che riteniamo essere la causa della speculazione di questi giorni. Ci riserviamo, inoltre, di valutare ogni azione legale che riterremo opportuna anche nei confronti di chi sta cavalcando quest’ondata diffamatoria e dei cosiddetti “corvi” di turno.
Inoltre, sosterremo tutti i circoli affiliati che singolarmente vorranno far valere le proprie ragioni.
Riteniamo che in questo momento bisogna dare una risposta a tutte quelle persone che si sentono colpite nella propria dignità e vengono ignobilmente accostate a killer e maniaci semplicemente perché omosessuali.
Vogliamo ricordare che negli ultimi 20 anni 118 persone omosessuali sono state massacrate nelle loro case, nei giardini, all’aperto, ma mai alcun incidente serio si è consumato all’interno di un circolo o di un locale. Questo a dimostrazione del ruolo di sicurezza e garanzia che svolgono le nostre strutture. Metteremo fine con decisione a questa infamante macchina del fango.
Mario Marco Canale
Presidente Nazionale Anddos
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Fonte: ANDDOS